Stonati, non amusici
Tutti ogni tanto abbiamo voglia di cantare, ma se ci sentiamo stonati come facciamo? Si può migliorare?
La capacità di cantare intonati è stata di difficile analisi fino a tempi relativamente recenti, cioè fino a quando non è stato possibile eseguire degli studi sperimentali nei quali si osservano le funzioni del cervello. Si è così appurato che esiste davvero chi è totalmente negato per la musica. Sono coloro che soffrono di amusia, ovvero sono incapaci di comprendere ed eseguire la musica.
Ma l’amusia è un fenomeno molto raro, un difetto cerebrale. La stragrande maggioranza di quelli che pensano di essere incapaci di cantare bene non ne soffre affatto. Si accorge, infatti, di stonare, cosa di cui gli amusici veri non possono rendersi conto.
Essere portati per la musica è senz’altro un dono innato, però studi recenti dimostrano che il costante esercizio vale quanto la predisposizione naturale. La bella notizia? Non è mai troppo tardi per iniziare a far pratica e cantare.
Non basta la predisposizione, bisogna studiare
Gli intonati, a loro volta, non possono mica riposare sugli allori. Ricerche statunitensi hanno dimostrato che anche chi è bravo per natura, se smette di esercitarsi, peggiora.
Infine, c’è il cosiddetto orecchio assoluto: la capacità di individuare le note quasi infallibilmente. Secondo diverse teorie sarebbe anche questa una dote congenita. Alcuni studiosi però ritengono che sia più comune tra i musicisti semplicemente perché questi si esercitano continuamente.
In ogni caso, se il problema è cantare intonati, si deve tener presente che riconoscere le note non è la stessa cosa che emetterle correttamente con le proprie corde vocali!
Come evitare di stonare
Il modo migliore di imparare a cantare con voce intonata è dunque fare esercizio. Chi non ha tempo o desiderio di frequentare un corso di canto, può provare a unirsi a un coro.
Un corso di canto è sicuramente fondamentale perché pone le basi per uno studio consapevole sia delle note musicali, sia della respirazione e dei movimenti facciali.
Il problema, però, potresti dirmi, è che sono insicuro e non ho voglia di fare una figuraccia. E quindi si genera un circolo vizioso:
ho paura di fare una figuraccia, quindi non canto in pubblico, quindi non faccio esercizio… e perciò ovviamente non miglioro.
Sfatiamo il mito che ai corsi di canto possano andare soltanto le persone intonate. Tutt’altro, pensa che molti che si credevano intonati scoprono poi di non esserlo affatto. Gli insegnanti di canto sono lì apposta per aiutarti a sentirti maggiormente a tuo agio quando vuoi esprimere le tue emozioni cantando.
Se proprio poi non ne ha voglia esiste sempre la soluzione dell’autodidatta (soluzione sconsigliata per chi vuole ottenere risultati concreti). Hai una tastiera, una chitarra o un altro strumento musicale? Con una tastiera puoi fare mille piccoli e facili esercizi per migliorare l’intonazione anche in solitaria.
Per esempio, prova (basta un dito solo!) a toccare uno dopo l’altro i tasti degli accordi più semplici (Do-Mi-Sol), più volte. Poi, dopo aver sentito la prima nota data dalla tastiera, cerca di cantare le altre due. Verifica con la tastiera e… riprova! Anche registrarti potrebbe darti una prospettiva utile nei tuoi esercizi di canto.
Cantare intonati: trucchi
Con la tastiera hai altri modi di fare pratica: suona le scale e cantale, per esempio. Ok lo so, sono esercizi un po’ noiosi. Allora facciamo così, se hai una canzone preferita puoi provare ad ascoltarne la registrazione con un qualunque dispositivo, per poi interrompere la riproduzione a un certo punto e… provare ad azzeccare la prima nota mancante. Poi puoi verificare facendo ripartire la riproduzione.
Un altro trucco per cantare intonati può essere quello di provare a duettare insieme a un amico paziente, che ci guidi e si diverta con noi per insegnarci a capire come evitare di stonare. Lo so, ci vogliono costanza e impegno, ma l’importante è divertirsi 😀
IL KARAOKE come sfogo per tutti
Canta che ti passa!
Niente di più vero, soprattutto in Giappone. Infatti è proprio da questo Paese che negli anni Ottanta nasce il fenomeno musicale del Karaoke. La sua etimologia rimanda all’unione tra i termini “kara” (vuoto) e “ōkesutora” (orchestra).
La particolarità del karaoke giapponese sono le piccole stanze private messe a disposizione dai locali specializzati per chi voglia sfogarsi in compagnia: non solo giovani dunque, questa forma di intrattenimento è molto diffusa anche tra gli uomini d’affari.
In Italia possiamo contare sugli altoparlanti karaoke, utilissimi dispositivi pensati per essere portati ovunque si voglia cantare in compagnia, senza troppo pensare alla respirazione o all’intonazione.
Puoi provare a cantare insieme alla voce registrata, per poi passare, quando te la senti, alla sola base. Cantare con una base di accompagnamento è comunque molto più facile che non cantare da soli a cappella.
Il karaoke, d’altronde, nasce come forma d’intrattenimento musicale, dunque il suo scopo primario non è cantare intonati, ma cantare divertendosi in compagnia 😀
Libri consigliati
Fatti di musica. La scienza di un’ossessione umana, Levitin Daniel J., 2008, Codice Edizioni.
Vocal classes. L’evoluzione nel canto, Luca Jurman, 2010
Manuale di canto. La tecnica, la pratica, la postura, Daniela Battaglia Damiani, 2004, Gremese.
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