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Rifiuti elettronici: le norme UE verso un’economia circolare

Su Storie di Trevi trattiamo sempre il grande tema della tecnologia, con tutte le sue sfaccettature, dai dispositivi più performanti e utili, alle novità più interessanti in ambito hi-tech, fino a normative e disposizioni che, in qualche modo, regolano l’articolato mondo dell’innovazione tecnologica. 

La tecnologia è sempre al centro del nostro blog, non solo perché questa è strettamente legata al nostro brand, ma anche e soprattutto perché oggi questa permea ogni momento della nostra vita, in tantissime situazioni diverse e in modi sempre nuovi. 

L’innovazione tecnologica non si ferma mai e con il tempo è “entrata” in ogni ambito della nostra esistenza e della nostra società. Dai più “semplici” dispositivi mobile, ormai oggetti essenziali per gran parte di noi, alle case intelligenti e dotate di dispositivi connessi e con  intelligenza artificiale, arrivando alle cosiddette “Smart cities”, le città intelligenti e interconnesse che sfruttano la tecnologia per migliorare la qualità della vita dei cittadini. 

È evidente quindi quanto la tecnologia possa giocare un ruolo fondamentale nel miglioramento della società e della vita delle persone, basti pensare all’utilizzo di nuove tecnologie in ambito medico-scientifico o, più semplicemente, la digitalizzazione dei processi della pubblica amministrazione o ancora, i piani digitali per l’istruzione.

Allo stesso tempo, però, è fondamentale che il progresso tecnologico sia sempre e il più possibile orientato alla sostenibilità nel tempo e nel rispetto dell’ambiente. Ciò porta a tenere in considerazione alcune importanti criticità dell’innovazione tecnologica, una tra tutte lo smaltimento dei rifiuti tecnologici, destinati irrimediabilmente ad aumentare nel corso del tempo, ma occorre pensare anche al loro possibile riciclo, per far sì che l’avanzamento tecnologico diventi realmente sostenibile e non dannoso. 

Su questo tema, l’Unione Europea è particolarmente sensibile e tutte le ultime disposizioni e norme che sono state emanate mostrano la volontà dei Paesi europei di percorrere la strada di un’innovazione tecnologica sempre più orientata verso il concetto di economia circolare, con l’obiettivo di limitare il problema dello smaltimento e del riciclo dei rifiuti e tentando di creare circoli virtuosi per la società e per l’ambiente. 

Rifiuti elettronici: dati UE e perché è un tema importante

Per provare a comprendere perché i rifiuti elettronici possono rappresentare un problema serio e perché è importante prevedere interventi mirati, partiamo dalle basi spiegando cosa si intende con rifiuti elettronici e osservando qualche dato relativo all’Unione Europea.

I rifiuti elettronici o elettrici “includono una varietà di prodotti diversi che vengono gettati dopo essere stati utilizzati per un breve o lungo periodo”. Tra questi, la maggioranza è composta dai grandi elettrodomestici che, una volta terminato il loro ciclo di vita, diventano rifiuti difficili da smaltire e che, con il passare del tempo, vengono sostituiti con una frequenza sempre più elevata. 

A seguire troviamo le apparecchiature elettroniche di consumo (come ad esempio le lampadine), i pannelli fotovoltaici, dispositivi informatici e di telecomunicazione, insieme ai piccoli elettrodomestici. 

Tutti questi rifiuti elettronici rappresentano un problema sempre più rilevante perché secondo i dati Eurostat 2020, nell’UE meno del 40% di questi viene riciclato, mentre il restante finisce nell’indifferenziata e ampliando il problema dello smaltimento.

Lo smaltimento dei rifiuti elettronici è un problema concreto in quanto questi contengono molto spesso materiali altamente inquinanti, difficilmente biodegradabili e potenzialmente nocive, per la natura e per l’uomo. Per questo motivo è importante non solo trovare il modo corretto per smaltire i rifiuti elettronici, ma anche e soprattutto trovare soluzioni che permettano il riciclo dei dispositivi e che ne limitino anche il numero di rifiuti generati.

In questo senso l’Unione Europea ha già adottato normative volte proprio a impedire l’utilizzo alle case di produzione di diverse sostanze nocive, una fra tutte, il piombo.

Tuttavia, questo non è l’unico intervento dell’UE che su questo tema ha un piano ben preciso e dettagliato, mirato a sviluppare proprio quell’economia circolare citata precedentemente.

Normative UE per i rifiuti elettronici: Il piano d’azione per l’economia circolare (PAEC)

Per combattere il problema dello smaltimento dei rifiuti elettronici e per affrontare la sfida del loro riciclo, la Commissione Europea ha presentato a Marzo del 2020 il Piano d’azione per l’economia circolare (PAEC)

Questo piano pone tra le priorità fondamentali proprio la riduzione dei rifiuti elettronici ed elettrici, attraverso numerose disposizioni che vanno dal “diritto alla riparazione” al miglioramento del riutilizzo in generale; dall’introduzione di un caricabatterie standardizzato per i dispositivi e l’introduzione di un sistema di premi per incoraggiare il riciclo dell’elettronica.

Sempre nella direzione di un’economia circolare, a Febbraio 2021 il Parlamento Europeo ha votato il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, introducendo nuove misure aggiuntive per provare a “raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale, libera dalle sostanze tossiche e completamente circolare entro il 2050”

Inoltre, sempre sul tema dei rifiuti elettronici, sono state aggiunte norme più rigide relative al riciclo e obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e l’impronta ecologica dei materiali.

Secondo il Parlamento Europeo un’economia più circolare passa anche e soprattutto da una migliore gestione dei rifiuti elettronici, ad esempio riducendo quest’ultimi attraverso la promozione di una vita media più lunga per i dispositivi e attraverso il loro riutilizzo e riparazione, in totale controtendenza al consumismo massimo. 

Il Piano d’azione per l’Economia Circolare dell’Unione Europea ha quindi l’obiettivo ambizioso di sviluppare un’economia circolare, intervenendo su tanti fattori che contraddistinguono il mercato delle apparecchiature tecnologiche di oggi e coinvolgendo tutta la catena del valore dietro ad ogni singolo dispositivo. 

Attraverso numerose disposizioni e normative si interviene quindi per tutelare maggiormente i consumatori e per incentivare il riuso, con maggiori “diritti di riparazione” e combattendo l’obsolescenza programmata; si incentiva la produzione di prodotti elettronici maggiormente sostenibili e che non sfruttano materiali altamente nocivi, il tutto con l’obiettivo ultimo di ridurre prima di tutto il numero di rifiuti elettronici, per combattere il problema dello smaltimento e del loro riciclo partendo direttamente dalla radice.

Noi di Trevi, in quanto brand produttore di tecnologia, non possiamo fare altro che essere entusiasti della direzione che sta prendendo l’Unione Europea di cui facciamo parte e, nel nostro piccolo, ci impegniamo quotidianamente per progettare dispositivi con una vita più lunga, limitando così la creazione di rifiuti elettronici. 

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